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MOTOGP - GP DI STIRIA

Young gun on the run.





Il GP di Stiria va in archivio con qualcosa che assomiglia molto a un passaggio di consegne.


Marco Melandri, nel pre-start, diceva che la carriera da "pro" oggi comincia a 16 anni. Precursori, in tempi non sospetti, Capirossi (1990, a 17 anni) e Rossi (esordio nel motomondiale proprio a 16 anni).


Capi, oggi, lavora per la DORNA, è in Direzione Corsa e si occupa soprattutto di sicurezza. Valentino, da qualche giorno, è un "running ex" (cercheremo di capire se è anche un "dead man walking"). E proprio in questo week end arriva il primo successo della Ducati Pramac dell'esordiente nella classe regina, Jorge Martin.


Coincidenze. E segni del destino. Forse.


Parleremo del ritiro di Vale più avanti, a mente fredda, oggi è "race day", non c'è spazio per altro.


Si parte! E Martin è subito aggressivo. Tutto fila liscio nei primi due giri eccetto la solita sportellata di Marquez che usa gli altri per rimanere in pista. Non impara e non imparerà mai, quello è il suo "stile" coltivato e affinato in anni di gare. Anni in cui nessuno si è mai azzardato a dirgli nulla. Tranne uno di Tavullia. Ma quando il dottore fece le spalle larghe, qualche anno fa, lui si che fu rimbrottato e penalizzato come fosse un assassino a due ruote. Bah.

E dire che se Marc butta per terra Espargaró in quel punto, rischia di far secchi anche Miller e Rins che erano all'esterno dello spagnolo dell'Aprilia e almeno altri sei piloti che sopraggiungevano; ma lui no, lui non è pericoloso, lui è aggressivo. Aleix manda a quel paese il cabroncito, che se ne frega.


Parte bene Pecco, una breve battaglia con Martin, per poi prendere la testa della corsa. Parte bene anche Viñales Che "ingaggia" addirittura il compagno di squadra. Valentino sfila malinconicamente nelle retrovie alla prima curva. Mir sembra sugli scudi. Se solo avesse qualche cavallino in più... Anche Rins sembra in buona forma.


All'improvviso, all'uscita di curva 1 nel terzo giro, cade Pedrosa. La moto rimane in pista e viene centrata dal povero, incolpevole Savadori. L'urto è violento e le moto si incendiano. Lorenzo riporta la frattura del malleolo ma è sostanzialmente, e fortunatamente, incolume. Intoccato Daniel che riprenderà la via della pista.


Bandiera rossa. Lungo stop per poter spegnere il fuoco e poi lavare e asciugare il tratto di pista incriminato. Si riparte dopo una mezz'oretta.


Qualcosa cambia sulla moto di Bagnaia che sembra da subito in difficoltà: smarrisce il feeling con la sua Ducati, fa il gambero e, dopo il sorpasso subito da Alex Marquez soprattutto, scivola via via indietro senza mai un acuto.


Martin, invece, sembra addirittura più consapevole di prima. Davanti sono in cinque: Jorge, Miller, Mir, Quartararo e Zarco. Maverik, che aveva spento la moto nel momento della partenza per il secondo giro di formazione, riparte dalla pit lane.


Marquez, stavolta aiutato da Quartararo, ri-centra il povero Aleix Espargaró che poco dopo si ritirerà lamentando anche un dolore al fianco destro.


Aleix, nel prossimo GP, partirà indossando una nuova tuta con tutta una serie di bersagli. A seconda di quello che Marc colpirà, prenderà dei punti bonus.


A 24 giri dal termine Martin passa Miller e piano piano allunga. Si porta dietro il solo Mir. Nel frattempo El Cabròn rischia di fare una frittata ancora peggiore arrivando lungo in curva 1 sfiorando Rins e Nakagami; per poco non tampona anche Pecco.


Jorge ha qualcosa in più, è riuscito a settare la sua Ducati in modo da essere veloce dove le sorelle non riescono ad andare: il tratto guidato della pista. Anche Mir, nonostante il gap di potenza, riesce ad andare fortissimo. I due se ne vanno. Miller è terzo.


Piano piano perde contatto Zarco e, prima di lui, le prime due Honda sbagliate: quelle della LCR, con Alex Marquez meglio di Nakagami.


L'"Hole Shot" Suzuki da una bella mano al campione del mondo e compensa, con una gran trazione, la mancanza di cavalli.


Intanto dietro volano mazzate fra Bastianini, Pedrosa e Lecuona. Bagnaia fatica a stare nei dieci. Rossi annaspa davanti a Petrucci e Viñales.


Si va avanti così fino alla caduta di Miller a dieci giri dalla fine. Quartararo va in gestione e difesa della terza posizione. Mir perde contatto da Martin che piano piano allunga nonostante il warning sui track limits. Come un veterano. Vedremo se avrà continuità anche nel resto della stagione.


Si ritira Oliveira per un problema tecnico, Long lap penalty per Maverik per Track Limits e poco dopo anche per Bastianini, Pedrosa sgomita fino a prendersi il 10o posto ma in definitiva succede poco altro.


Vince Jorge Martin, davanti a Mir e Quartararo. Il giovane madrileno di casa Pramac è velocissimo e molto bravo nel set-up. È l'unico della casa di Borgo Panigale ad aver trovato la via giusta per far andare la moto anche nel terzo e quarto settore, regno della Yamaha ufficiale e della Suzuki. Come dicevo, occorre valutare la sua capacità di essere anche continuo ma di certo il ragazzotto è veloce.


Quartararo, che pure sembrava velocissimo in qualifica, ha mostrato un passo più lento del previsto. Tutto sommato limita i danni e, anzi, mette in saccoccia qualche punticino di discreta importanza in ottica campionato.


Sotto lo sguardo di Davide Brivio, Mir fa una gran gara. Non so quanti cavalli paghino le Suzuki alle rivali e di certo l'Hole Shot, come detto, aiuta. Ma un upgrade di motore darebbe ai suoi piloti la competitività necessaria per poter vincere qualche GP. Oggi benino anche Rins che finisce il GP in piedi.


A parte El Diablo, le altre moto di Iwata sono nel nulla. Valentino dice che qualche indicazione ha trovato (il prossimo week end si correrà di nuovo qui), Crutchlow non fa una gran figura e Maverik... Maverik, come sempre, è vittima di sé stesso prima d'esser vittima delle prestazioni della moto.


Bagnaia è bravo, è intelligente, ha un gran senso tattico ma continua a perdersi in bicchieri d'acqua. Il cambio mescola fra la prima e la seconda partenza mi lascia perplesso. Nelle dichiarazioni post gara anche lui ha espresso dubbi.


"Carreròn" di Pedrosa con la seconda moto. Aggancia un bel 10mo al suo rientro come wild card e nonostante l'incidente del terzo giro. Bravo!


Citazione speciale per Binder che va più di traverso di un certo Kevin Schwanz di qualche anno fa ma alla fine porta a casa un bellissimo 4o posto. Cede nel finale la morbida di Zarco che perde due posizioni e finisce 6o. Dopo tante belle prestazioni è il suo compagno di squadra a vincere. Prima che ci riesca lui. Conoscendo l'indole del francese (spero di sbagliarmi) immagino una seconda parte di stagione al ribasso.


Di MM93 e delle sue paturnie abbiamo parlato a sufficienza: va solo rimarcato, ancora una volta, quanto ha pesato l'errore nella gestione dell'infortunio. Una delle conseguenze a medio termine è evidente. La gente non si scansa più; ha perso quel vantaggio reverenziale che aveva fino a un anno e mezzo fa. Ci vorrà tempo e una pazienza che né lui, né chi lo gestisce ha mai dimostrato di avere. Marc, ti do una notizia: si può cambiare.


Per quanto riguarda le moto, il borsino indica Suzuki, Ducati (Pramac) in rialzo insieme alle Honda LCR; KTM stabile. Pollice verso per Yamaha, Aprilia e Ducati ufficiale. L'appuntamento è per domenica prossima, sempre dal Red Bull Ring, per il GP d'Austria.


That's All, Folks!


LUDD

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