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MOTOGP - GP DI SAN MARINO

Il Pecco e la Bestia



Francesco "Pecco" Bagnaia da Torino, ha la faccia da pupo cresciuto a gianduiotti e castagnaccio. 24 anni e una barba fatta di ciuffi di pelazzi sparsi qua e là, manco fosse un teenager. Tanto talento, un cervello grosso così e la moto più potente e più difficile da gestire del mondiale.

Prima della gara, su Twitter, ho provato a immaginare cosa avrebbe potuto succedere se Pecco avesse vinto e se Quartararo non avesse preso punti. No, non volevo portare jella al paisà con la baguette, per carità. Semplicemente, ho sempre pensato che il punto debole del Diablo fosse il mind setting: sempre molto emotivo nella vittoria come nella sconfitta. In fin dei conti il ragazzotto mi ha solo 22 anni...


E invece Quartararo è stato fantastico, perfetto. E Dio solo sa cosa sarebbe potuto accadere se la gara fosse durata un giro in più.


Quindi giù il cappello davanti a Fabio Quartararo. Parte bene, compie un sorpasso eccellente su Martin al Tramonto per guadagnarsi la terza posizione a inizio gara, gestisce bene la media posteriore (tutti gli altri avevano la morbida), poi salta Miller e va ad acchiappare Bagnaia a due giri dalla fine. Non passa il ducatista ma ipoteca il mondiale con questo bellissimo secondo posto. Velocità e intelligenza.


Calma, non è ancora il momento di parlare della faccia da bambino di Pecco.


No, perchè quello che ha fatto Bastianini con una Ducati di due anni fa, è semplicemente mostruoso. Anzi, visto che siamo nella terra del buon Giacobazzi, diremmo "mostruVoso"!


Le prime curve dopo il via lo vedono girare intorno alla nona-decima posizione. Poi comincia la sua gara. Al terzo giro è settimo. Poi passa Rins, Policio, Marquez e Aleix Espargaro. Da un po' di respiro alle sue gomme e poi allunga anche su MM93, va a prendere Jackass e a scorticargli la carena alla 13, prima della curva del carro; infine saluta e se ne va Enea, e arriva in solitaria ad occupare il terzo gradino del podio, madre mia que carreròn!


Jack, dal canto suo, non riesce a gestire il drop delle sue Michelin.


Ed eccoci al cavallino vincente di oggi.


Francesco "Pecco" Bagnaia da Torino, ha la faccia da pupo cresciuto a gianduiotti e castagnaccio. 24 anni e una barba fatta di ciuffi di pelazzi sparsi qua e là, manco fosse un teenager. Tanto talento, un cervello grosso così e la moto più potente e più difficile da gestire del mondiale.


Si perché la Ducati di quest'anno è un mostro che sputa cavalli come un drago sputa fuoco. Ma spesso, forse troppo spesso, "ciancica" le gomme come un cowboy texano mastica tabacco.


Ne sanno qualcosa le "spalle" sinistre delle posteriori di "Thriller" Miller, di Bastianini e di Pecco, per l'appunto.


Francesco lo sa e decide di partire forte per poi gestire.

E non parte forte, no; parte che sembra un'astronave. Alla fine del primo giro ha oltre un secondo di vantaggio su tutti gli altri e allunga fino ad avere, a metà gara, quasi tre secondi su El Diablo, che nel frattempo aveva smarcato l'altra Ducati ufficiale.


Non ce n'è per nessuno. L'unico a tener botta, come detto, ha una Yamaha che va fortissimo e la tabella numero venti. E anzi, giro dopo giro rimonta sulla Ducati n. 63.

Non si scompone Pecco. Sa che un conto è avvicinarsi, altra cosa è passare. A Misano. Prendendosi il rischio di cadere provandoci. Gestisce Pecco: limita i danni nel primo settore, riprende qualcosa nel secondo e terzo e all'ultimo giro, dopo una prima parte a chiudere le linee di potenziale sorpasso, sfodera un curvone a una velocità tale che ai giardinieri di Misano toccherà riseminare il prato lì intorno. Si prende 20 metri di margine, porta a casa le ultime curve e vince. Da campione.


Se abbiamo dovuto tirare giù il cappello davanti alla prestazione di Quartararo, qui dovremmo tirarci giù la mutanda. Uno spettacolo che vi risparmiamo volentieri. Come se l'avessimo fatto, Pecco, ok?


Gli altri? Altri, per l'appunto.


Partono male Zarco e Viñales: anonima la gara del primo, solita la gara dell'altro: Maverik non reagisce e finisce 13mo, vittima più del suo carattere che del feeling approssimativo con la sua nuova moto. Bene Martin fino alla caduta. Poi male: si prende due Long Lap Penalty e alla fine si arrende, prende la via dei box e, con essa, una micro vacanza. Alle volte può servire.


Aleix Espargarò non va male ma dopo i primi giri cede sul passo e finisce col battagliare col fratello per la settima posizione.


Marc Marquez va. Fa davvero un buon GP: per una volta usa il cervello e finisce quarto approfittando di una mossa un po' avventata di Mir che prova, a pochi metri dal traguardo, un sorpasso molto azzardato su Miller al Carro (i tre erano insieme): il campione del mondo e Jack finiscono larghi, ne approfitta El Cabroncito, passa i due pollastri e si prende, stravolto, la quarta piazza.


Johan, alla fine, viene anche retrocesso di una posizione per "Exceeding Track Limits".


Anche Rins ritorna ad interpretare sé stesso, cadendo. Di nuovo. Mentre cercava di giocarsela con Marquez. Brutta stagione la sua.


Valentino non va. Dovizioso sta provando a riprendere feeling con una moto da GP. Morbidelli è ancora convalescente e deve ancora imparare a settare una Yamaha che per lui è del tutto nuova. E non avrebbe dovuto esserlo, vista la fine che ha fatto Maverik. E, se permettete, noi lo diciamo dall'anno scorso.


Petrucci sembra solo in attesa della nuova avventura nella Dakar.


La nota lieta, in KTM, è di nuovo Binder. Altra rimonta: da 17mo a nono. Bravo. Desaparecido Oliveira.


In casa Honda, Nakagami chiude la top ten, senza spunti di rilievo.


Soffre tanto Marini. Soprattutto se lo si paragona al compagno di squadra. La stagione del fratellino di Vale è indecifrabile. La moto non è il massimo ma la sensazione è che davvero non riesca a capire dove si trovi. Sembra un pugile un po' suonato. Qualche buon giro qua e là ma niente di più. Se io fossi il Dottore, ci penserei a metterlo in squadra il prossimo anno. Nonostante la consanguineità.


Ammesso e non concesso che si trovino i fondi per fare della VR46 un team competitivo, visto che lo sceicco che doveva finanziare il progetto non si trova più. Abdulaziz bin Abdullah Al Saud sembra essersi eclissato e al momento ballano i 100 milioni (20 all'anno) della sua Tanal Entertainment Sport & Media.


Non lo so, mi vengono in mente delle battutacce pensando a "aziz" e "(T)anal" ma eviterò. Di certo, al momento, il tipo ricorda un po' poco lo sceicco del PSG Al Khelaïfi e un po' più lo Sceicco Bianco di Alberto Sordi.


Si è partiti fra i fumi gialli dei tifosi di Valentino Rossi. Si chiude con un bellissimo podio italiano e Vale che saluta la sua "curva". Sa di passaggio di consegne. Un peso enorme sulle spalle dei "nuovi" italiani. Quando questo accadde ad Agostini, toccò a Uncini e Lucchinelli. Avanti il prossimo!


Intanto mancano quattro giornate alla fine del mondiale. Pecco è a poco più di 40 punti da El Diablo con 100 ancora in palio. È durissima, ma lo sport...


That's All, Folks!


A presto con un "Previously in F1" in onda nei prossimi giorni.


LUDD

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