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MOTOGP - GP DI FRANCIA

Vecchi adagi, nuovi veloci.



"Vi parlerò di "Thriller Miller", che guida la sua Ducati con la dolcezza che un padre usa appoggiando il naso sul visino di sua figlia appena nata. Che finisce lungo in una staccata nelle prime fasi di pioggia ma si salva, rientra in pista e ripassa tutti; che entra ai box troppo velocemente, si becca due penalità (come Pecco), le sconta, rientra in pista di nuovo e finisce davanti a tutti."

Qualche anno fa Pirelli uscì con una campagna pubblicitaria i cui testimonial erano Carl Lewis e la meravigliosa Marie-José Pérec e il cui claim era "La potenza è nulla senza controllo". Ormai è un vecchio adagio, una frase di uso comune.


E per descrivere il GP di Francia potremmo fermarci a questo.


Ma siccome non ho un cavolo da fare, mi va di scrivere e soprattutto non mi va di uscire in giardino per andare a tagliare l'erba (anche se lo stesso Tarzan mi ha confessato che è un po' alta anche per lui), vi parlerò di Lemans.


E allora vi parlerò del Mostro Rosso di Borgo Panigale, delle paurose sbacchettate della Yamaha in rilascio prima di curva uno, dell'agilità delle Suzuki nell'ultimo settore, delle Honda che si accendono con la pioggia, delle KTM che ritrovano competitività e delle Aprilia che vanno e poi all'improvviso no.


Vi parlerò delle nuvole nere, dell'acqua fredda, del vento forte e del sole caldo che fanno di questo Gran Premio una gara asciutta poi umida poi bagnata, poi asciutta di nuovo e, comunque, sempre molto ventosa.


Vi parlerò di Pol Espargarò che perde la trebisonda (e il posteriore) nella inutile lotta contro il suo caposquadra, che chiude Morbidelli pur di stare davanti lui e a Vale e, anche per colpa di Franco che in quel momento poteva evitare di attaccare per poi finire impiccato al cordolo, lo butta fuori. Non ne ha per stare con i primissimi e infatti alla fine è 8vo più per le disgrazie altrui che per la sua aggressività.


Il consiglio inascoltabile: Pol, la battaglia va fatta, anche dura, ma quando serve, non in corrispondenza di ogni granello d'asfalto... A vivere le gare di MotoGP "decontestualizzati" presto o tardi si finisce come Rins. Sempre per terra.


Vi parlerò del pilota forse più dotato di talento di tutti i tempi, uno che in condizioni disperanti di pista, dopo l'ennesimo sgrullone d'acqua di questo week end, salta in testa al GP e guida dando un secondo a tutti. E che siccome è il più forte ma anche il più fesso, cade una prima volta, rimonta, comincia la rimonta e ricade una seconda volta. Portando a casa 0 punti, lo stesso tipo errore che qualche tempo fa lo ha privato di un'intera stagione, e il rischio di un nuovo infortunio potenzialmente esiziale. Male Marc Marquez, molto, molto male.


Vi parlerò del cuore di Quartararo che batte fortissimo ed è sempre in sovraimpressione quando Fabio viene inquadrato. Rivela il lato "nervoso" del paisà con la baguette. Ma vi parlerò anche della sua capacità di dominarlo e, nonostante l'acqua e una penalità per un'infrazione durante il cambio moto, riesce a portare a casa pellaccia (le Yamaha sul bagnato erano messe male anzi che no) e uno stracavolo di terzo posto. Chapeau.


Vi parlerò di Valentino che qualche segno di presenza lo dà. Ma nulla più.


Vi parlerò di Danilo Petrucci che sulla pioggia va forte quasi come Marquez, con la "motina" sviluppata da Pedrosa per bimbi smanettoni; ma al contrario del primo non cade e al contrario del secondo è grosso e stacca come un diavolo. E se ne viene via con una gran gara e un bellissimo 5o posto.


Vi parlerò del Marquez sbagliato, il che suona come un Negroni con lo spumante al posto del gin; è meno forte del fratello ma fa una gara di raro acume, risalendo dal fondo della griglia fino al sesto posto. Veloce ed efficace. Il padre sembra vivere in funzione del "preferito" e, da genitore, la cosa mi urta molto. Oggi lui è l'eroe, suo fratello il pirla. Proprio come papino. Karma.


Vi parlerò di un pilota che amo molto. Guida un moto imperfetta, alla quale si adatta con fatica, ma dà sempre tutto, con il giusto grado di aggressività e tenacia. Taka Nakagami nei primi giri si prende una sportellata da MM93 che definirei "maleducata". Resiliente, alla fine lui è il giapponese sulla riva del fiume. 7mo.


Vi parlerò di Aprilia e della delusione di tutti i suoi uomini, a cominciare da Max Biaggi.

Perché la moto con quelle ali sembra un paperotto con le ruote e sull'acqua va forte. Tanto. Perché Aleix e Sava la stavano guidando alla grande. Perché vedere due cedimenti di motore in quella maniera (per lo spagnolo forse è stato più un problema di elettronica) è una pugnalata al cuore. Per questo dedico loro un'empatica lacrimuccia. Forza ragazzi, testa giù e si ricomincia: è una gran bella moto quel paperotto con le ruote!


Vi parlerò di Vinales il gamberone dei tre diapason. Che parte bene ed è lì davanti fino a quando non cambia il meteo e, di lì in poi, finisce nella melassa di centro gruppo. E il pensiero vola sempre Lin...


Vi parlerò di Mir, che comincia a sentire la pressione della tabella n. 1. e, è evidente, della mancanza di Davide Brivio. Calma Joan, hai bisogno di far chilometri e di ragionare; ora è il momento di fare un salto di qualità e passare da campione a leader. Non è facile ma se c'è uno che ce la può fare...


Vi parlerò di Zarco che quando paventava il suo ritiro, qualche tempo fa, mi aveva lasciato senza parole. Mi auguravo che trovasse un altro sellino perchè 'sto giovanotto era ed è veloce, fischia se è veloce! E lo sta dimostrando. Nonostante quel momento di follia in Austria qualche tempo fa, quando innesca lo spaventoso incidente che butta fuori Morbidelli e quasi decapita Maverik e Vale.

Come il suo "demoniaco" compatriota ha qualche problema di "mindset" non tanto in gara quanto nel medio periodo: un po' incline a deprimersi. Oggi si accende un po' in ritardo ma poi si mangia asfalto, avversari e pioggia; e finisce poco dietro Miller.


Vi parlerò di "Thriller Miller", che guida la sua Ducati con la dolcezza che un padre usa appoggiando il naso sul visino di sua figlia appena nata. Che finisce lungo in una staccata nelle prime fasi di pioggia ma si salva, rientra in pista e ripassa tutti; che entra ai box troppo velocemente, si becca due penalità (come Pecco), le sconta, rientra in pista di nuovo e finisce davanti a tutti. E gli "onboard cameras" sono la celebrazione del suo polso destro e dell'erogazione della potenza del mostruoso Desmo 16. Al suono pieno e continuo del 4 cilindri di Borgo mi è sembrato di vedere Mozart stesso alzarsi in piedi nell'atto della standing ovation. E intanto, da fuori, si apprezza la velocità con cui rialza la moto in uscita dalla fase di piega mentre il corpo è ancora tutto sporto all'interno della curva che fu.


Vi parlerò di Pecco Bagnaia: mai un fattore durante tutto il week end; mai sembrato in grado di incidere. E invece, in gara, prima si difende, lotta, sgomita, poi fa un cambio moto con tanto di "botto sonico", tale è la velocità, e al dunque finisce per emergere come un titano fra i nani. Devastante nella seconda parte di gara, quando la "rain" media al posteriore gli consente di volare (come e meglio di Zarco) fino quasi a prendere El Diablo per il gradino più basso del podio. Celebrazione dell'intelligenza di chi sa sopravvivere alla tempesta per emergere in tutto il suo splendore, in parallelo allo sbucare del sole sul circuito francese (finalmente).

Secondo nel mondiale a un punto da Quartararo. Con una super moto e tanti, tanti neuroni. Forza Pecco!


Vi parlerò del GP di Francia a Lemans: stretto fra la bellezza del tracciato e la furia della natura: di vento e pioggia. E dell'opportunità, forse, di spostarlo più avanti nel calendario. Nessun DORNA, per carità!


E comunque anche Lemans, da stasera fa parte del Gran Ducati di Borgo Panigale.


Infine vi parlerò del Pelide Achille che infiniti addusse lutti agli Achei... Ah no, quella è un'altra storia.


Thats's All, Folks!


A domani con Moto 2 e Moto 3!


LUDD

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