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  • Immagine del redattoreLUDD

MOTOGP - GP D'ITALIA

Il velo nero sull'appuntamento tricolore



Un altro tributo al diabolico dio (naturalmente con la lettera minuscola) delle due ruote. Ci lascia Jason Dupasquier, vittima del maledetto fato e della scelta che ogni pilota compie quando abbraccia la propria passione.

La retorica inutile e populista che normalmente accompagna questo tipo di eventi la lascio volentieri a chi è in cerca di click e di facile, ignorante, consenso. Chi ha messo il casco almeno una volta nella vita sa cos'è il dolore della perdita di un compagno di strada ma sa anche che la scelta di questa professione è un diritto insindacabile di chi ruote e motori le ha dentro dalla nascita e le sceglie per la vita. Punto.

Oggi è un giorno di dolore ma è anche un giorno di gara. Da domani si penserà a migliorare ulteriormente la sicurezza, come si è fatto fino a ieri.


Come padre, il mio pensiero, un pezzo di cuore, il mio abbraccio, la mia commozione vanno a mamma e papà Dupasquier.

Come uomo di pista, il pensiero va a Sasaki e Alcoba.

E andiamo a commentare la gara del


.Previously, in MotoGP.


Marquez maschera la "tapinata" di ieri (inseguimento e "furto" di scia ai danni di Vinales) con l'esigenza di approfittare di ogni malizia per poter trarre il massimo dalla sua qualifica. Mi viene da pensare che: 1: è in grave difficoltà tecnica e (ancora) fisica; 2: per Marc tutto è buono per giustificare i propri comportamenti ma qui dovremmo aprire un file lunghissimo fatto di spallate, entrate oltre il limite, accordi extra-pista, blocchi delle procedure di partenza pur di riprendere la griglia invece di partire dalla pit-lane e via discorrendo.

Machiavelli non è roba per tutti, soprattutto non lo è per chi non ha la finezza per poterlo apprezzare.

Un grande campione come "El Cabroncito" non dovrebbe mai aver bisogno di ricorrere a certi mezzucci


KTM (quelle ufficiali) con nuovo telaio, aggiornamento di motore e nuova benzina (hmm...): delle belle bestie.


Mostruoso Quartararo in prove e qualifiche, ma occhio al warm up di Pecco.


Zarco si blocca a centro pista per scaldare i freni e Bastianini non riesce ad evitarlo; il riminese finisce per terra pochi metri prima della griglia, alla fine del giro di allineamento. Ci metto un par di "Boh!"


Si parte!


Bagnaia brucia il francese e prova a tenerlo dietro per non farlo scappare, micidiali gli scatti delle KTM. Marquez va giù cercando un sorpasso impossibile su Binder; nel cadere si porta via Morbido. Date un cervello a questo ragazzo.


Pecco giù all'arrabbiata: troppo presto Fra, troppo presto...


Al terzo giro Zarco davanti ma El Diablo ripassa alla Casanova Savelli, Olivera è lì in agguato.


I Francesi se le danno di santa ragione. I due Suzuki aiutano temporaneamente Miller (4o) lottando fra di loro.


Ah, se le Ducati avessero un filo di percorrenza in più...


Alla fine El Diablo se ne va e Zarco si deve guardare da Miguel Olivera.


Rins e Mir continuano a battagliare e a usare le gomme. Vedremo se anche riusciranno ad essere efficaci verso la fine della gara.

10 giri al termine: Olivera è appollaiato sul codone di Zarco e da dietro sembrano arrivare forte i due ragazzotti della Suzuki. Naka è il primo pilota Honda. Ammonizione "Track Limits" per Vinales e Pirro.


Binder fa fuori Miller, Olivera brucia Zarco. È arrivato il drop delle Ducati. E puntuale arriva il sorpasso di Mir e poi quello di Rins su Zarco che forse paga la botta presa da Bastianini prima del via (nel codone c'è un sistema di ammortizzazione delle vibrazioni).


5 giri alla fine. Rins giù alla Bucine. Per la quarta volta in cinque Gran Premi. Non ho più parole per lui...

Naka cade alla Biondetti, Vale passa Policio. Pirro lungo alla Materassi, riprende la via della pista ma ha perso parecchie posizioni.


E mentre Zarco cerca di riprendere i due davanti, il Dottore si prende la decima passando Lecuona.


Ultimo Giro.


Quartararo vola verso il traguardo mentre risolve un sudoku e sorseggia del tè freddo. Mir non riesce a prendere Olivera, Zarco fuori dal podio; poi Binder, Miller, Aleix Espargaro (sempre bravo sul paperotto a due ruote), Vinales, un buon Petrucci e Rossi.


Olivera retrocesso di una posizione per questa maledetta puttanata (quanno ce vo', ce vo') dei Track Limits per pochi millimetri. Fate qualcosa, per favore, questa regola è una robaccia da burocrati di 7mo livello. Qualcuno si desti in DORNA (stamo freschi...); Capi, pensaci tu!


Sempre emotivamente oltre le righe, il buon Fabio. Tanti urli, tanti segni verso il cielo e segni della croce, tante sbracciate; questo ragazzo è fortissimo ma il suo lato emozionale può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Al momento giù il cappello. Personalmente avrei preferito un po' più di compostezza ma non c'è opinione più personale di questa.


Comica finale (you never know): Anche Mir ha superato i track limits e Olivera si riprende il secondo posto. RI-DI-CO-LO.

The Juice (il succo).


Nella lotta fra costruttori Il salto quantico di Aprilia prima e di KTM poi, mettono un gran pepe in MotoGP. E dona la ribalta anche a piloti che normalmente consideriamo meno. Miguel Olivera e Aleix Espargarò sono dei gran bei riders, con tanto talento, grinta, ma anche con tanta tecnica e sale in zucca. Si aggiungono ai vari Mir, Morbidelli, Bagnaia, un trend che mi piace.


Mir fa Mir e lo fa benissimo. Deciso nei sorpassi, intelligente nella conduzione della sua gara, sfrutta la Suzuki al meglio. Manca qualche cavallino ma il Campione del Mondo sta diventando ciò che mi auspicavo in qualche articolo fa: un leader. Bravo Joan, alla via così.

Nella seconda parte di gara mi è sembrato buono il passo di Vale; qualche caduta, lì davanti, lo aiuta a centrare una discreta top-10; ma la notizia è che, soprattutto, sembra avere lo sguardo di chi ha capito qualcosa. Staremo a vedere.


Vinales ringrazia Marquez per aver buttato fuori Morbidelli in quell'assurdo tentativo di sorpasso al primo giro: altrimenti sarebbe arrivato dietro l'italiano anche stavolta. E io non finirò mai di accusare un senso di nausea ogni volta che penso alla dirigenza di Iwata e a Lin Jarvis per le scelte ridicole degli ultimi anni. Fischi per loro.


Morbidelli paga una situazione tecnica che oltrepassa abbondantemente il ridicolo. La moto risente di un gap prestazionale che farebbe bestemmiare Madre Teresa di Calcutta. Lui resta lì, a lavorare il doppio degli altri per fare andare la sua M1 in maniera quantomeno decente. Mugello e Barcellona non sono circuiti amici, forse saranno più congeniali Sachsenring, Assen e Red Bull Ring in Stiria. Pregando che un fulmine smuova qualche culo pesante e si decida di farlo correre con una moto seria.


In Honda è tutto da rifare. E presto. Manca un anno di sviluppo della moto e un anno e mezzo del loro miglior pilota cui era interamente affidato proprio lo sviluppo; non è una coincidenza ma è il frutto, fra le altre cose, della scommessa su un unico nome prima che su un lavoro di squadra. La situazione è davvero pesante. Forse è il caso che comincino a cadere delle teste, anche perché lo smarrimento che si respira nella casa dell'ala è simile a quello che per anni ha travolto i rivali dei tre diapason. Prevenire potrebbe essere meglio che curare.


Capitolo Bagnaia. La delusione è grande. Ha provato a sparigliare andando forte (un pelo troppo) fin dal primo giro, dopo un week end in cui era riuscito, giorno dopo giorno, a ricucire il gap di prestazione pura e di passo che lo separava da Quartararo. La perdita dell'anteriore e la conseguente caduta sono una vera e propria pugnalata. Anche per la corsa al titolo.


Il consiglio non richiesto.


Pecco, continua a tenere il cervello su "on", portiamo a casa la pellaccia dove le moto più agili sono più performanti "overall", poi arriveranno i circuiti giusti per Ducati e allora ce l'andiamo a giocare. KTM e Aprilia potrebbero aiutare a rubare punti ai rivali.

MOTO3


Foggia è l'unico Italiano a portare a casa il gran premio di casa. Gara tiratissima come sempre: la Moto3 si conferma come classe estremamente formativa per la crescita di grandi piloti. Dennis è forse un filo in ritardo sulla tabella di marcia ma la maturazione è un momento sempre molto personale. Prendi me: il cervello di un sedicenne nel corpo di un vecchio ammuffito...

Bene Sasaki in quarta, Masia e Rodrigo completano il podio rispettivamente a 36 e 145 millesimi dall'italiano del team Leopard. Roba di peli d'ascella di zanzara tagliati a metà da una katana di una formica giapponese nana.

Fenati unico altro italiano in top-10 (6o). Tutti troppo attardati gli altri paesani; pensavo meglio.


MOTO 2

Di nuovo i track limits a farci ridere un po' in questa giornata amara. Gardner vince bruciando il compagno Fernadez all'ultimo respiro e la volata è sua di un niente, dopo che quest'ultimo aveva condotto la gara per la gran parte del tempo ed era partito dalla pole. Terzo è Gradner, che brucia Bezzecchi in volata, o meglio, che l''italiano non riesce a passare in volata. Ma siccome l'americano (incazzato come la formica giapponese di cui sopra) ha oltrepassato i track limits di un quark e mezzo, deve cedere la posizione. Basta, per favore, BASTA! Facciamo fare le regole a chi è stato pilota e lasciamo i buroCRETINI a casa, please!

Arbolino buon 7mo, Manzi 10. Un po' troppo staccati, però.


Suona La Marsigliese sul podio del Mugello ma, inevitabilmente, sul gradino più alto è adagiata la bandiera rosso-crociata dedicata a Dupasquier. Addio, Jason, pace per te, ovunque tu sia.


Appuntamento a Barcellona.


That's all, Folks!


LUDD

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