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  • Immagine del redattoreLUDD

F1 & MOTOGP RACEDAY

Il crossover del 6 giugno.





Nonostante l'ennesima defiance tecnologica (questo è il motivo del ritardo) ci siamo. E proveremo a raccontarvi questa strana, bella giornata di motori.


È giorno di gara e ci sono tutte le premesse per divertirsi.

In Spagna la MotoGP promette scintille grazie a Quartararo, le redivive KTM, i traini di Marquez e di Pol Espargarò, i supermotori Ducati, le buone qualifiche degli italiani e la solita bella figura di Aleix in sella alla sua Aprilia.


MOTOGP


Scattano bene lì davanti e tutto fila liscio fino a Morbidelli che arriva lungo in curva 1 e di lì in poi si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato per finire inesorabilmente attardato, nel centro gruppo intruppato. Ok, fatemi causa.


Davanti va subito come un treno Miguelone Oliveira che se la batte con tutti i più forti sino a prendere le redini del gruppo e ad allungare su un agguerrito plotoncino di inseguitori.

Tatticamente perfetto, impedisce a Quartararo di scappare e fare il passo che vuole.

Ci prova Fabio, anche prendendosi un paio di bei rischi, ma oggi non c'è trippa per gatti, figuriamoci per diavoli...


Intanto, nelle posizioni di rincalzo volano botte da orbi. Le due HRC sembrano "overperformare" ma sono piuttosto aggressive e vive. Se la battono con l'Aprilia di Espargarò, la Ducati di Pecco, la KTM di Binder, la Yamaha di Viñales. Rossi, invece, ricade in letargo e si ritrova 17mo.


Mir è in zona podio e controlla, Aleix sfrutta la morbida al posteriore e veleggia intorno alla 4a posizione. Binder si prende un grosso rischio centrando Viñales. Rimangono in piedi ma è un miracolo.


Marc sembra indemoniato ma, come troppo spesso accade in questo periodo, spegne il cervello, si va a prendere troppi rischi e alla fine va in terra. E continua a NON mettere chilometri né nella moto né nel braccio infortunato. Di lì a poco lo segue il compagno di squadra Policio, poi è la volta di Petrucci, Aleix, Rossi e Lecuona.


La grande moria delle vacche, avrebbe detto Totò.


Si sgrana il plotone dei primi, sono in 5: Oliveira, Quartararo, Miller, Mir e Zarco. Intanto Viñales recupera. El Diablo ricuce il gap da Miguel e prova a mettere le ruote davanti, ma il portoghese, che si comporta come un veterano delle lotte al vertice, lo fa andare avanti per un po' per poi ripassarlo e allungare "il giusto".


Il più veloce ed efficace sembra Zarco che rimonta e, complice l'incredibile infortunio di Quartararo (cui si apre la tuta!) si issa fino in seconda posizione. Effetto gambero per Mir che regge finché può ma alla fine non va oltre la 5a posizione con una moto che soffre terribilmente la mancanza di cavalleria.


Miller è costante ma non ha l'acuto che serve per prendersi il podio in pista. Non riesce a superare Fabio se non dopo la penalità inflitta al francese da una ridicola direzione di gara: 3 secondi per aver tagliato la prima curva. In una fase di staccata al limite; mentre è in lotta per il podio; senza alcun guadagno né in termini di posizione, né in termini di tempo; per salvarsi da una caduta.

Questi sono scemi.


Tuttalpiù avrebbero dovuto fermarlo per l'impedimento tecnico ed il pericolo derivante dalla tuta aperta!

Mettiamo qualcuno che sa di motociclismo a fare le regole e a farle rispettare, per favore? Non bastava 'sta buffonata dei track limits a complicare uno sport che è già complicato di suo??

RI-DI-CO-LI.


Alla fine gara magistrale di Oliveira e della sua KTM. Ottimo ancora una volta Zarco, che tuttavia non riesce a prendersi l'agognata prima vittoria in MotoGP, terzo Miller (non proprio con merito), poi un offeso Quartararo, Mir, Vinales, Bagnaia che la spunta su Binder dopo un'asprissima lotta, Morbidelli e un buon Bastianini. Fuori dai punti Marini.


Vince un pilota che ci piace moltissimo, lo dicevamo anche nello scorso articolo: veloce, tecnico, intelligente e con un gran "senso della gara": quel non so ché che ti fa percepire quando prendersi dei rischi e quando no. E che moto! Bravi. Giù il cappello: Pedrosa ha fatto un gran lavoro di sviluppo e i piloti in pista vanno davvero forte.


Il tempo di vedere il podio con la bella immagine di una t-shirt dedicata a Dupasquier sul gradino più alto insieme a Miguel, e in un batter d'occhio siamo a Baku.



F1


...Dove le premesse per un "gran" Gran Premio ci sono tutte. Pole per Leclerc, buona posizione per Sainz, Hamilton e Verstappen a pochi metri l'uno dall'altro e poi Perez, Gasly, Tsunoda, Norris, tutti pronti a dar battaglia.


E parte bene il monegasco, anzi benissimo. Sembra addirittura in grado di allungare un po' su Lewis e Max. Non riesce, però, a tirarsi fuori dalla scia e il lungo rettilineo punisce le Ferrari (che rispetto alle altre sul dritto non vanno) oltre misura.


Charles viene infilato da Hamilton, da Verstappen e poi da Perez, che nel frattempo si era esibito in un a gran partenza saltando i rivali come birilli. Poi è la volta di Gasly a passare Charles.


Dietro sbaglia Sainz, che arriva lungo alla 3, finisce nella via di fuga e riparte praticamente da zero. Con l'incubo di passare Giovinazzi che resiste per parecchi giri prima di cedere il passo alla 55.


Il momento del cambio gomme evidenzia le diverse strategie: le Aston Martin, per esempio, sono entrambe su uno stint più lungo. Stroll ha le bianche e quindi cercherà di fare quanti più giri possibile (sperando magari in qualche Safety Car), Vettel semplicemente tratta meglio le sue rosse e si merita qualche tornata in testa prima di rientrare.


Pit stop determinante per Hamilton che deve rimanere fermo un paio di secondi in più per far passare Gasly in pit lane ed evitare la Unsafe Release. Neanche la fermata di Cheko è da antologia ma basta a metterlo davanti alla Mercedes numero 44. L'inglese resta vicino ma non riesce ad attaccare la Red Bull del Messicano


Verstappen, Perez, Hamilton, Gasly, Leclerc e via via tutti gli altri.


Si aspetta il colpo di scena, la prima Safety Car e siccome in F1 non si lascia nulla al caso, qualche squadra allestisce trespoli su cui poggiare gli appositi gufi.


E siccome il sottoscritto di questo sport ne sa, è in quel momento che, invaso dallo spirito profetico di Nostradamus, mi esibisco nella predizione che a causare una "caution" potrebbero essere, nell'ordine: MazeSpin, Stroll e Tsunoda (ho i testimoni). Nikita quasi ci ascolta e finisce lungo in curva 7, mette una retro alla cieca, riprende la pista e si salva. Ma la manovra era pericolosetta anzi che no.


Neanche il tempo di pensare allo scampato pericolo che ecco comparire Stroll mentre piroetta fra i pezzi della sua stessa macchina. Solo che non la colpa può essere sua, è in pieno rettilineo! Che ha combinato?


Replay. C'è lance in pieno, verso la fine dell'ampia piega a destra che porta al tratto davanti ai box: la ruota posteriore sinistra ha un'improvvisa sinistra rivoluzione, cede e porta la vettura a sbattere dalla parte sinistra della pista. Poi dice che uno vota a destra...


Insomma il pneumatico posteriore sinistro si è sgonfiato all'improvviso forse per uno scoppio o uno strano deshappamento. E in quel momento mi viene in mente un'immagine delle prove in cui la Mercedes veniva scossa violentemente e verticalmente passando su un tratto di strada particolarmente gibboso proprio poche decine di metri prima rispetto a dove è carambolato il canadese. Qualcosa di simile alle le Whoops del supercross indoor. La macchina "squattava" fra mille scintille e le gomme posteriori subivano forti sollecitazioni all'altezza della spalla.


Insomma, Non vorrei essere Mario Isola né uno dei tecnici Pirelli stasera, ma ho dei sospetti su un possibile complice, di questo incidente, di non poca rilevanza.


Pit-lane chiusa e tutti dietro la Safety Car. Passano i giri e si continua a scaldare le gomme, poi la ripartenza senza che nessuno dei "grandi" sia rientrato per un pit-stop; Lo hanno fatto solo Giovinazzi, Alonso (che mette le rosse) e Russell.


Davanti, quello messo meglio di tutti è Sebastian Vettel, che ha le gomme più "giovani" e infatti ne approfitta: Leclerc forza su Gasly che resiste, i due rallentano e il tedesco ne approfitta passando Charles che, alla staccata successiva, va al bloccaggio e per poco non combina un guaio sfiorando la Aston Martin dell'ex compagno di squadra.


Un giro più tardi Seb si mangia anche Gasly ed è 4o. E pensare che c'è chi crede che sia bollito... Nel frattempo Sainz passa Ricciardo e si prende la nona posizione.


Max è davanti e dovrebbe amministrare. Lo fa alla sua maniera, andando fortissimo; tanto da riprendersi il giro veloce alla 40ma tornata. Vettel sembra in grado di riprendere Hamilton che intanto insidia un solidissimo Perez.


Le unità cinofile ritrovano Bottas: è in 14ma posizione e si appresta a lavare i calzini del cane di Hamilton.


Ora Verstappen precede Perez, poi Hamilton, Vettel, Gasly, Leclerc, Tsunoda, Norris, Sainz, Ricciardo.


Ci si chiede se qualcun altro ha intenzione di darci qualche altra emozione, i ferraristi guardano alla n.16 ma non ne ha per riprendere e passare Gasly...


Poi il botto. Quello che non ti aspetti.


Cede la posteriore sinistra di Verstappen che va a muro e innesca una nuova Safety Car. Incredibile. Il muretto Red Bull informa la direzione di gara che i sensori sugli pneumatici non hanno dato alcun preavviso, forse è il caso di fermare tutti e fa ripartire la gara con gomme nuove. Così sia, bandiera rossa ('n artra), tutti in pit lane a calzare le scarpe della festa.


Hamilton cambia anche il muso (colpito da una serie di detriti) ma non il culo, che è sempre quello che gli consente di sopravvivere (anche per sua bravura, per carità) ai colpi di jella che gli altri raccolgono a piene mani. Messo male prima del Gran premio, non bene in prova, salvato in qualifica, forse, dall'incidente di Tsunoda e Sainz che relega il suo rivale dietro di lui in griglia, ora addirittura secondo con Max a marcare zero punti.


Roba da matti.


Ma siccome anche lui ha una coscienza e, soprattutto, un karma, alla ripartenza supera Perez ma manca la frenata (dirà poi che ha sbagliato comando - Dio mio, la Mercedes non avrà i comandi vocali?-) e finisce nella via di fuga sfilato da tutto il gruppone.


Charles, intanto, si fa sotto a Gasly, lo passa (!) ma Gasly gli riprende la scia e lo ripassa nel medesimo rettilineo. Pollo. Perchè lo passa troppo presto e perchè non difende come dovrebbe, E la Ferrari sul dritto va meno di MazeSpin in retromarcia. Ci riprova più avanti ma senza successo.


Il GP se lo porta a casa un fantastico Cheko Perez che sbanca Baku con una gara attenta, aggressiva e intelligente. E una gran bella macchina.

Buono il risultato delle rosse nel complesso, non nelle individualità. La casa di Maranello supera la McLaren in classifica costruttori.


Eccellente Gasly e mooolto bravo Tsunoda in Alpha Tauri. Così così le McLaren, luci ed ombre per le Alpine, maluccio le Williams. Fantastico Kimi Raikkonen che dal nulla si materializza in decima posizione con gli ultimi due giri al fulmicotone. Roba da "Iceman"!


La palma del migliore di giornata? Facciamo così: consegneremo dei "nastri", come nel cinema.


Nastro d'oro a Perez.

Nastro d'argento a Vettel

Nastro di bronzo a Gasly

Nastro Azzurro all'Alpha Tauri.

Nastro Nzata a Hamilton, che non ha approfittato delle sfighe altrui.


That's All Folks!


Alla prossima!


LUDD



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