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F1 - Ah, La cara vecchia Formula1!...

  • Immagine del redattore: LUDD
    LUDD
  • 10 ott 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 feb 2020

Cosa lega la massima espressione dello sport motoristico attraverso gli anni? Le differenze di oggi vanno davvero a detrimento dello spettacolo? O è cambiato lo spettatore?

"Nivola" nella coppa Brezzi del 1946. Si narra che in quel preciso momento Nietzsche, a chilometri di distanza, ebbe un'erezione.

"Nuvolari ruppe il volante della sua macchina e, facendo leva sui monconi della staffa alla quale il volante era fissato, guidò per qualche giro per poi farselo sostituire in una successiva sosta per un'altra rottura. Chiuse la gara (Coppa Brezzi, Torino, 1946) con un volante nuovo, senza il cofano motore e..."

Per lavoro i "social" sono il mio pane quotidiano e, chiaramente, molto di questo pane consiste nel tenere sotto controllo post che parlano sport in generale e di motori in particolare. Pagine, gruppi, amici, commenti, dire, fare lettera, testamento. E molto spesso leggo appassionati e polemisti affermare che "la Formula 1 non è più quella di una volta", "ai miei tempi si che la F1 era un divertimento!" "Quando c'era Senna..." e "Quando c'era Surtees..." e "Quando i motori erano v12...". Hanno ragione. Hanno tutti ragione. Mio padre mi raccontava di quando Nuvolari ruppe il volante della sua macchina e, facendo leva sui monconi della staffa alla quale il volante era fissato, guidò per qualche giro per poi farselo sostituire in una successiva sosta per un'altra rottura. Chiuse la gara (Coppa Brezzi, Torino, 1946) con un volante nuovo, senza il cofano motore e, si racconta, senza copertoni. Io potrei raccontarvi di Villeneuve e Arnoux a Digione nel '79, o di quando Nigel Mansell scese dalla sua Lotus per spingerla fino al traguardo. E' verissimo la F1 di oggi è diversa da quella di qualche anno fa. Ma è la cosa più banale che si possa dire; la massima categoria dello sport automobilistico è, da sempre, anche un laboratorio, un esercizio di tecnologia. Ciò che oggi appare freddo calcolo, domani sarà infinitamente romantico. Non credo sia possibile apprezzare appieno lo sport dell'automobile se non si tiene conto della sua evoluzione. Si, il suono del V12 manca anche a me: ricordo un ragazzotto di Roma sotto all'Eau Rouge a Spa Francorchamps nel 1992, estasiato dal canto del 12 cilindri Yamaha che muoveva (poco) la Jordan di Stefano Modena mentre si inerpicava verso Radillon e Kemmel. Si ero io. E mi entusiasmava tutto di quella Formula 1. Sono passati gli anni e ancora mi entusiasmo davanti a un wheel to wheel, a un tentativo di sorpasso. Perché so come si sono evolute le macchine, i team, i piloti e so che i sei cilindri di oggi, con MGU-H e MGU-K domani saranno visti con gli occhi a cuore e la malinconia che oggi ci anima nel riguardare la battaglia fra Shumi e Hakkinen a Spa con gli endotermici. Immaginate di essere un bambino nato nel 1934, appassionato di motori, magari perché siete nati dalle parti di Modena. Ora immaginate di venire accompagnati da un vostro zio a vedere una gara di auto. Entrate nel box di Nivola e... rimanete estasiati a vedere una vettura da corsa dal vivo, un concentrato di tecnica e tecnologia, meccanici che si affannano davanti a un motore che così non lo avevate mai visto. Tutte quelle cose super-moderne... vi sentireste proiettati nel futuro, forse in una astronave, se avete letto qualche fumetto proveniente dal nuovo mondo. Ecco in questo la Formula 1 non cambia, anzi si, si evolve: l'evoluzione è la chiave di tutto, La vecchia F1 non esiste più perché si è evoluta, non perché è cambiata. Ma il fil Rouge che lega Fagioli a Fangio ad Alesi ad Hakkinen a Leclerc è sempre quello: l'evoluzione. Quante auto "EVO" conoscete? Credetemi, i migliori piloti di oggi sono mostruosi. Non solo per le qualità tecniche e tattiche ma anche per la mole di informazioni che elaborano e gestiscono in tempo reale mentre seguono un avversario in scia a 320 Km/h. Allo stesso modo sono mostruose le vetture. In fin dei conti, il gioco sta nel rimanere sempre un po' bambini, sempre curiosi, sempre affamati di novità (mi sa che questa l'ha detta qualcuno prima di me), sempre pazzi per ruote e motori. State tranquilli, vedremo un altro Fangio, un altro Senna, un altro Shumacher, un altro Gilles (parlo dei personaggi) ma anche un'altra Ferrari, un'altra BRM, un'altra Virgin, un'altra Williams (Speriamo)... ce ne accorgeremo solo, però, se sapremo inquadrare macchine e uomini nel loro contesto storico. Occhi aperti, dunque, perché mi raccontano di un ragazzino monegasco...


Thats All Folks! LUDD


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